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ITINERARIO 44 (Valle del Bidente)
A SPASSO SUI SENTIERI DEGLI ALPINI
CARTA ESCURSIONISTICA CONSIGLIATA: COLLINE FORLIVESI 1:50000 - ISTITUTO GEOGRAFICO ADRIATICO
Distanza: 8 km Durata: mezza giornata Periodo consigliato: da settembre a novembre Partenza e arrivo: Rocca delle Caminate - Ca’ Bionda
Il fascino di questa proposta di trekking si può trovare in due motivazioni di fondo. La prima è che si cammina lungo un tracciato storico, il Sentiero degli Alpini, che collega la città di Forlì al Monte Falco, la vetta più elevata dell’Appennino romagnolo. La seconda è che ci si inoltra nella parte più a valle del percorso, in un territorio inusuale per chi adora camminare in montagna. Ci troviamo in quella che i romagnoli definiscono campagna, divisa tra colline e basse montagne. Non mancano però paesaggi e panorami spettacolari. Il percorso risulta davvero piacevole, poco frequentato e silenzioso. Punto di partenza è Rocca delle Caminate da cui si raggiunge in automobile Monte Velbe per poi proseguire a piedi. L’arrivo è alla Ca’ Bionda, località posta sopra Cusercoli in cui ha sede oggi un agriturismo. Il percorso da effettuare a piedi misura in tutto 8 km ed è abbastanza facile anche se non mancano tratti di salita impegnativi. È descritta, di seguito, solo la prima parte del Sentiero degli Alpini. Dal punto in cui consigliamo di fermarsi il sentiero continua ancora per molti chilometri fino a Monte Falco.
DA NON PERDERE Rocca delle Caminate formazioni calanchive Vegetazione macchia mediterranea Punti panoramici |
Tratto del Sentiero degli Alpini |
Il punto di partenza di questo itinerario è Rocca delle Caminate, località posta tra la bassa vallata del Bidente quella del Rabbi, conosciuta per essere stata la residenza estiva della famiglia Mussolini. Dal piazzale della chiesa, si deve imboccare una piccola strada asfaltata che sale verso monte seguendo l’indicazione Sentiero degli Alpini. Si consiglia di percorrere questa prima parte del tragitto in automobile considerato che non presenta attrazioni particolari. La strada che sfila sul crinale può, però, già introdurre quella che sarà la caratteristica principale della passeggiata sul vecchio sentiero indicato dal numero C.A.I. 3011, quella cioè di correre sulla cresta posta tra le due valli e in direzione delle vette più alte dell’Appennino al confine con la Toscana. Percorsi circa 3,5km, all’altezza di una curva in discesa verso sinistra, si devia a destra su una strada sterrata indicata da un cartello segnaletico. In questo punto, posto alle pendici del Monte Velbe, si consiglia di posteggiare l’auto e incominciare l’itinerario escursionistico a piedi. La strada è rovinata e il fondo è cosparso di terra color grigiastro: il componente principale del terreno è infatti la sabbia di argilla. Da subito si apre un bellissimo paesaggio caratterizzato da dolci calanchi e prati che scendono in una conca verso la vallata del Bidente. Questotratto brullo, quasi privo di alberi e piante, è particolare e allo stesso tempo tipico delle zone collinari del forlivese. Si segue la strada che dopo poche centinaia di metri offre splendidi scorci anche sull’opposta vallata, quella del Rabbi, e sulle cime arrotondate della fascia preappenninica. Si prosegue sulla sterrata fino a raggiungere una strada ghiaiata più facilmente percorribile. All’incrocio occorre mantenere la sinistra e proseguire su quest’ultima. |
Tratto del Sentiero degli Alpini |
L’itinerario continua in leggera discesa. Dopo una prima parte caratterizzata dalla mancanza di vegetazione, fatta eccezione per qualche arbusto, la presenza di alberi e piante si fa importante: ginestre, prugnoli, biancospino, querce, aceri. Dopo circa 1 km, si lascia la strada principale e si svolta a destra in un sentiero poco visibile: occorre fare attenzione perché in questo punto la segnaletica non è impeccabile. La traccia sale e poi costeggia un piccolo appezzamento coltivato. Nell’attraversamento si consiglia di mantenere la sinistra e fare attenzione al fondo sconnesso. Percorse alcune decine di metri, si sale lungo uno stretto sentiero che taglia un calanco e prosegue ripido in una serie di stretti tornanti. Questo è uno dei punti più impegnativi del percorso: il sentiero si infila all’interno di un bosco di roverelle e la salita diviene molto ripida. Pur essendo a pochi chilometri dai centri abitati delle vallate, queste zone sono per lunghi tratti selvagge, disabitate e silenziose. Quello che colpisce è anche la loro bellezza inaspettata che rende piacevole fare trekking in un territorio atipico che si divide tra la collina e la bassa montagna. Il tratto è comunque difficile ma breve e dopo poco si raggiunge la strada sterrata. A questo punto bisogna prestare attenzione alla segnaletica bianca e rossa che indica il percorso: presso la strada sterrata si svolta a sinistra e, dopo poche decine di metri, a destra. Ci si trova vicino al Monte Bruchelle, ricco di vegetazione e con pareti grigie di sasso. La strada ghiaiata continua prima in pianura e poi con una decisa discesa fino a raggiungere un piccolo sentiero sulla sinistra, in salita. Si imbocca questo sentiero, caratterizzato da fondo difficile che nelle giornate di pioggia diventa fangoso e difficlmente praticabile. L’ambiente continua ad essere accattivante e alterna tratti chiusi immersi nella vegetazione mediterranea a terrazzi e cime da cui è possibile godere di vedute spettacolari. La serie di saliscendi continua e dopo aver affrontato la salita, si digrada velocemente fino ad incontrare una strada più ampia chiusa da una sbarra. Si svolta a sinistra seguendo sempre la segnaletica Sentiero degli Alpini fino a una casa disabitata e un crocevia con tre strade sterrate: quella a destra, da ignorare, scende fino all’ abitato di Tontola. Proseguiamo per 400 metri tenendo la sinistra, fino a raggiungere un ripido sentiero in discesa sul lato destro che in pochi minuti raggiunge la località Ca’ Bionda in cui ha sede un ristorante ed un agriturismo. Proseguendo lungo il sentiero 301, senza mai discendere dal crinale, si può raggiungere il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e la sua vetta più elevata, Monte Falco. La lunghezza e la presenza di tratti duri e impegnativi richiedono un buon allenamento per percorrere, in almeno tre giorni di cammino, l’intero percorso. |
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APPROFONDIMENTI
• GRUPPO ALPINI FORLÌ
Il gruppo Alpini di Forlì è nato ufficialmente il 30 novembre 1974, sotto la presidenza di Pio Zavatti, che ha mantenuto il suo incarico fino al 1994. In realtà, è necessario precisare che esisteva già il Gruppo Forlì a partire dagli anni 1932-33, attivo fino al 1943. Tuttavia, si hanno poche notizie sulle attività del gruppo in tempo di guerra, che era presente sul territorio in maniera discontinua. Dopo la “rinascita” del 1974, il Gruppo Alpini ha sempre proposto iniziative molto importanti, in particolare portando soccorso alle popolazioni in difficoltà. Ricordiamo la ricostruzione del Friuli terremotato nel 1976 o gli aiuti in Piemonte nel 1996. Non mancano le iniziative a favore di bambini e anziani, le donazioni alle case di riposo, alle associazioni di volontariato in aiuto dei non vedenti, le collaborazioni con Avis ed Anfass. Tutto questo rientra all’interno dei principi degli Alpini, sempre in prima linea quando si tratta di offrire il proprio aiuto a chi ne ha bisogno. In più, si deve aggiungere l’impegno costante nella manutenzione degli spazi verdi, sia in città che in foresta. Proprio per una di queste iniziative il Gruppo Alpini di Forlì ha ricevuto, nel 1993, un prestigioso riconoscimento dalla rivista Airone. Il gruppo, infatti, ha lavorato a lungo per ripulire e fornire una adeguata segnaletica al Sentiero degli Alpini, che dalla pianura giunge sino a Monte Falco. I tre anni di fatiche sono stati ripagati dalla soddisfazione di ricevere la targa Airone d’oro come migliore iniziativa, in campo ambientale, a livello nazionale. |
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SITI INTERNET D'APPROFONDIMENTO
• www.caiforli.it
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Data: 12/12/2024 |
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